
Islanda a Settembre: itinerario completo di 12 giorni
Qual è il periodo migliore per visitare l’Islanda?
Dì la verità, questa è la prima domanda che ti sei fatto quando hai pensato di intraprendere un viaggio in quest’isola strabiliante! Vero?
Ebbene si, anche noi ce lo siamo chiesti e in questo articolo ti dirò perchè abbiamo deciso di visitarla a settembre. Ma partiamo con ordine: l’Islanda ha una fauna e una flora molto variegata e il tempo è piuttosto imprevedibile, per questo ogni stagione ti regalerà sensazioni e panorami diversi, vediamo in breve cosa puoi aspettarti in ognuna di esse:
Autunno:
In Islanda l’autunno inizia alla fine di agosto e prosegue fino alla fine di ottobre ed è un periodo fantastico per visitare l’Islanda: i paesaggi cominciano a tingersi dei colori caldi tipici di questa stagione e potrai godere di lunghe giornate di luce. A settembre e ottobre le folle di turisti cominciano a diminuire e questo porta ad una maggiore disponibilità negli hotel con prezzi più vantaggiosi. In questo periodo inizia la stagione per l’avvistamento dell’aurora boreale. Inoltre sono ancora aperte le F-Roads, ovvero le strade riservate ai soli mezzi 4×4, che vi porteranno alla scoperta di luoghi eccezionali ( a seconda delle condizioni metereologiche sono aperte da maggio a settembre )
Inverno:
Durante la stagione invernale (da novembre a inizio aprile) le temperature sono più rigide, ci sono copiose nevicate e le ore di luce calano tantissimo. A dicembre e gennaio il sole sorge alle 11:00 del mattino e tramonta tra le 15:00 e le 16:00, inoltre le condizioni climatiche potrebbero impedire alcuni collegamenti stradali e non consentire di raggiungere alcune zone. Ma l’inverno rappresenta la stagione migliore per chi vuole vedere l’Aurora Boreale e le grotte di ghiaccio, che nel periodo invernale diventano davvero spettacolari.
Primavera:
La primavera in Islanda è la stagione che dura meno. I mesi associati alla stagione primaverile sono la seconda metà di aprile e maggio. La temperatura massima oscilla tra i 6 e 10 gradi, mentre la minima tra 1 e 4 gradi. Aprile consente ancora di avvistare l’Aurora Boreale, mentre maggio è il mese in cui in Islanda la natura torna a rifiorire, è la stagione perfetta per gli appassionati di bird-watching, pesca ed escursioni in barca per avvistare le balene. Vengono avvistate le prime pulcinelle di mare e il piviere dorato, che si dice porti con sé la primavera. Non essendo ancora alta stagione, ci sono pochi turisti in giro e i prezzi sono più bassi.
Estate:
Il periodo estivo in Islanda comincia alla fine di maggio e dura fino ad agosto. La maggior parte dei turisti sceglie l’estate per viaggiare sull’isola. Uno dei vantaggi principali è dato dalle temperature. A luglio (e agosto) la temperatura massima è intorno ai 14 gradi, con la minima che difficilmente scende sotto i 9 gradi, le precipitazioni sono meno frequenti e le giornate sono incredibilmente lunghe. Nei mesi di giugno e luglio si può assistere allo spettacolare fenomeno del sole di mezzanotte, infatti in questo lasso di tempo il sole sorge alle 3 del mattino e tramonta a mezzanotte. Durante questi mesi c’è anche la fioritura dei lupini e si organizzano tanti festival musicali ed eventi. Tutte le zone del Paese sono accessibili e questo offre la possibilità di esplorare anche zone più remote. Ma tutto questo è sinonimo di rincaro dei prezzi su hotel, noleggio auto e voli aerei.
Il nostro itinerario di viaggio
Analizzando bene i pro e i contro di ogni stagione, noi abbiamo scelto l’autunno! Per la precisione il nostro viaggio in Islanda è iniziato il 9 settembre. L’obiettivo era quello di vedere l’aurora boreale senza patire eccessivamente il freddo e godere di giornate di luce abbastanza lunghe ( infatti il sole sorgeva alle 6:30 del mattino e tramontava alle 20:30) La temperatura media era di 10 gradi. A tratti ma più o meno sempre presente, il vento ci ha accompagnato per tutta la durata del viaggio. Pioggia? Si anche, a dir la verità non c’è stato un giorno in cui non l’abbiamo vista, ma non spaventatevi, in Islanda è molto frequente che le 4 stagioni si presentino nell’arco di 24 ore: non è un modo di dire è proprio la realtà dei fatti testata in prima persona. Abbiamo visto anche splendidi arcobaleni, tramonti infuocati e si anche lei….la dama verde.
Giorno 1: Keflavik-Reykjavik
Abbiamo acquistato un volo diretto con WizzAir Milano-Keflavik ad aprile. La prima notte abbiamo alloggiato a Sandgerði, un piccolo villaggio di pescatori sulla penisola di Reykjanes, presso iStay Cottages un posto perfetto per un soggiorno tranquillo, vista la vicinanza all’aeroporto è l’ideale per trascorrere i primi o ultimi giorni in Islanda, ed anche abbastanza economico.
La mattina seguente ci siamo diretti a Reykjavik per fare l’escursione in gommone e avvistare le balene con l’agenzia Whale Safari
Il tour fatto con questa agenzia è pensato per piccoli gruppi ( max 12 persone) guidate da una guida esperta. Vengono fornite tute calde, guanti, occhiali e tutte le attrezzature di sicurezza necessarie. Ha un limite di età di 10 anni e un limite di altezza di 145 CM. Potrebbe non essere adatto alle donne in gravidanza e a chi ha problemi seri alla schiena a causa dei considerevoli salti che fa il gommone quando prende velocità, sopratutto se il mare è mosso.
In alternativa si può fare l’osservazione classica delle balene a bordo di una nave (ad un costo inferiore), ma noi abbiamo scelto il gommone perchè le barche RIB consentono di avvicinarsi di più alle balene rispetto alla nave a causa delle dimensioni. L’avvistamento non sempre è garantito, motivo per cui, (se si è sfortunati) molto spesso le agenzie propongono un biglietto gratuito per un tour “classico”. Con lo stesso tour dal 15 maggio al 20 agosto oltre alle balene potrete avvistare anche le pulcinelle di mare.
Noi siamo stati abbastanza fortunati perchè nonostante la giornata grigia, abbiamo visto un paio di balene, un gruppo di delfini e molti uccelli.
Clicca qui per vedere il video della nostra escursione.
Finita l’escursione siamo andati a mangiare l’hot dog più buono della città da Bæjarins Beztu Pylsur, un piccolissimo chioschetto che dal 1937 offre deliziosi hot dog a 500 ISK l’uno e abbiamo fatto un giro per esplorare i punti principali di Reykjavik.
Giorno 2: Gulfoss, Geysir, Strokkur e Hrunalaug
Il giorno successivo ci dirigiamo a Gulfoss, (che significa “cascata d’oro“) una delle più spettacolari d’Islanda. Situata in un’antica e profonda valle, questa cascata compie due salti, da un’altezza complessiva di 32 metri. In estate, raggiunge una media di 140 metri cubi d’acqua al secondo. L’ingresso è gratuito. Ci sono diversi sentieri che permettono di arrivare sia nella parte superiore sia davanti alla cascata.
La seconda tappa del nostro giro nel Circolo d’Oro è stata l’area geotermica del Geysir, nella valle Haukadalur, dove abbiamo visto la spettacolare esplosione dello Strokkur che erutta ogni 10 minuti circa con getti d’acqua che vanno dai 20 ai 40 metri d’altezza e il grande Geysir.
A fine giornata raggiungiamo la nostra Guest House, adiacente alla Secret Lagoon, una grande piscina termale naturale, il cui costo per accedere era di circa 20 euro a persona. Ma visto che da lì a breve avrebbe chiuso, decidiamo di andare a cercare una Hot Spring gratuita nelle vicinanze.
Così abbiamo scoperto l’esistenza di Hrunalaug una sorgente di acqua bollente molto particolare, nel bel bezzo del nulla. Non ci sono servizi ma solo una capanna minuscola nella quale spogliarsi e appoggiare i vestiti.
Giorno 3: Kerlingarfjoll
Il terzo giorno lasciamo il Circolo d’Oro per dedicare l’intera giornata ad uno dei posti che sognavo di vedere mesi prima di partire: il Kerlingarfjoll. Il nome della catena montuosa in lingua islandese significa “Montagna della Strega”, nella zona sud ovest si trova una torre tufacea alta 25 metri la cui sommità non sarebbe altro che la strega rimasta pietrificata dai raggi del sole al ritorno da una battuta di pesca, la leggenda narra che il suo fantasma si aggiri ancora tormentato tra le sue valli.
Per raggiungere questo posto si deve percorrere la F-35, ovvero la strada che da Nord a Sud taglia le Highlands Islandesi. La strada è aperta solo nel periodo estivo ( da metà giugno a ottobre, a seconda delle condizioni meteo. Prima di partire consultate sempre il sito ufficiale delle strade islandesi Vegagerdin
Tips: Per ottimizzare i tempi alloggiate nei pressi di Gulfoss, da qui percorrerete circa 75 km sulla F-35 dopo i quali troverete un bivio, imboccate la F347 che vi porterà direttamente davanti al parcheggio del Kerlingarfjoll.
Quando mi chiedete: Cosa c’è al centro dell’Islanda? Ecco questo è uno dei posti di incredibile bellezza che molto spesso non rientra nei circuiti turistici.
Giorno 4 e 5: Seljalandsfoss, Skogafoss, Plane Wreck
Ci dirigiamo verso tre dei posti più turistici dell’Islanda, cominciando dalla cascata Seljalandsfoss, detta anche la Cascata liquida, per intenderci è quella in cui si può passare anche da dietro ed è rappresentata in molti calendari e copertine di libri sull’Islanda a causa del suo aspetto inconfondibile. Questa è stata l’unica tappa in cui abbiamo dovuto pagare il parcheggio.
Poco distante si trova Skogafoss ( lo dico sottovoce, ma questa è stata la mia cascata preferita in Islanda ) difficile spiegare il motivo perchè sono tutte estremamente belle, ma credetemi: è davvero impressionante trovarsi sotto 62 metri di potenza.
Molti posti in Islanda solo legati a delle leggende, Skogafoss custodisce il segreto di Þrasi: la storia narra del navigatore Thrasi che giunto in questo punto dell’isola decise di nascondere il suo forziere in una grotta dietro Skógafoss.
Del tesoro non si seppe nulla per molto tempo, finchè non venne portato alla luce un anello in argento con incisioni runiche che sembrava essere la chiave del forziere. Nessuno, però, ha mai avuto il coraggio di sfidare la potenza della cascata per cercare il forziere e l’anello rimane custodito nel museo di Skógar. A questa cascata è attribuito anche un potere magico: si dice che chiunque si bagni nelle sue acque possa ritrovare un oggetto perduto e a lungo cercato. ( direi molto romantico, sta di fatto che io ho perso molte cose e nonostante mi sia inzuppata non ho ancora ritrovato niente )
Nel frattempo c’era un allerta gialla in corso, pioggia e forte vento non ci hanno permesso di proseguire il nostro itinerario, per questo ci siamo diretti verso il nostro alloggio: The Garage; Abbiamo amato questo posto e se un giorno dovessimo tornare in Islanda sicuramente verremmo di nuovo qui a dormire.
Il giorno seguente impostiamo sul navigatore il nome Plane Wreck e andiamo alla scoperta del famoso relitto della United States Navy DC3 abbandonato sulla spiaggia nera, arrivato lì con un atterraggio di emergenza nel 1973. Il relitto è distante circa 3,5 km dal parcheggio, ci sono cartelli con indicazioni della distanza e della direzione da prendere e un enorme sentiero da percorrere.
Se hai seguito le nostre storie su Instagram saprai che raggiungere questo posto non è stata proprio una piacevole passeggiata, vista l’allerta gialla che continuava a perseguitarci.
Considerate una media di almeno 3 ore per andare e tornare.
Pernottamento a Seljalandfoss Horizons un bellissimo lodge perfetto per una coppia o una famiglia con 2 bambini. Dotato di tutti i comfort e cucina attrezzata è situato in una posizione ottima per esplorare la zona circostante e con un pò di fortuna ammirare l’aurora boreale direttamente dal divano. Un lusso che vi consiglio di prendervi almeno per una notte. Non ve ne pentirete.
Giorno 6 e 7: Dyrholaey, Reynisfjara, Vik e Vatnajökull
Proseguiamo il nostro viaggio sulla Ring Road e facciamo tappa a Dyrhólaey una penisola di origine vulcanica, come indicato dallo stesso nome, (“hóla” significa collina, mentre “eyja” significa isola). Al suo interno è presente il famoso arco di lava nera sul mare e una vista mozzafiato sulla spiaggia nera che potrete ammirare dall’alto.
Risaliamo in macchina e andiamo a Reynisfjara, tappa imperdibile e iconica. Immersa in un paesaggio avvolto dalla nebbia, è la spiaggia di ciottoli scuri dominata dai faraglioni che emergono dal mare, (i Reynisdrangar) e da una imponente scogliera di colonne di basalto. Uno scenario mozzafiato, anch’esso avvoto da una fiabesca leggenda che racconta l’origine dei faraglioni: Si tratterebbe di due enormi Troll trasformati in pietra dal Sole perché sorpresi a rubare una nave. Nel periodo giusto potrete avvistare anche le pulcinelle di mare che nidificano proprio nei pressi delle grotte sulla scogliera.
Breve sosta a Hof per vedere la “Turf Church” l’ultima chiesa dal tetto verde d’Islanda, immersa nella natura, molto diversa dalle cattedrali che ci aspetteremmo altrove nel mondo. Si trova proprio lungo il percorso e la visita richiede pochissimo tempo.
Proseguiamo verso Vik per scattare alcune foto alla chiesetta dal tetto rosso e continuiamo alla volta di Vatnajökull, la calotta glaciale più grande d’Islanda, terza al mondo dopo l’Antartico e la Groenlandia. Si trova a sud est dell’Islanda, ne ricopre l’8% e ha uno spessore medio di 400 m. Da qui partono le escursioni per visitare la grotta di ghiaccio azzurra o fare trekking sul ghiacciaio con l’aiuto di piccozze e rampini. La maggior parte delle grotte di ghiaccio sono accessibili solo fra novembre e marzo di ogni anno e i tour dipendono dalle condizioni meteo. Se fa troppo caldo, le grotte potrebbero riempirsi d’acqua, sciogliersi o addirittura crollare in alcuni punti.
Curiosità: Il ghiacciaio Vatnajökull fu scelto come location di Game of Thrones in quanto perfetto per ricreare i paesaggi di Oltre la barriera. Ed anche per altri film di successo, fra cui 007: La morte può attendere, Tomb Raider e Batman Begins.
Giorno 8 e 9 : Jokulsarlon, Diamond Beach, Stokksnes, Seyoisfjorour, Studlagil
La spiaggia dei diamanti deve il suo nome alla grande quantità di iceberg che si trovano sulla spiaggia. La sabbia nera, di origine vulcanica, grazie alla sua caratteristica colorazione scura contribuisce ad accentuare il contrasto con gli iceberg facendoli apparire come una distesa di diamanti. Questo fenomeno è causato dallo scioglimento dei ghiacci che si staccano dal ghiacciaio Vatnajökull e arrivano fin qui.
La Jökulsárlón è in genere accessibile tutto l’anno, ma d’inverno potrebbe esserci qualche disagio legato al maltempo. Qui abbiamo fatto l’escursione “Zodiac Tour” con l’agenzia Glacier Lagoon
Durante l’escursione si naviga tra gli enormi iceberg nel pittoresco scenario di Jökulsárlón. Quando possibile, lo Zodiac arriva il più vicino possibile al ghiacciaio. Vengono fornite tute termiche e giubotto di salvataggio. I bambini devono avere un altezza superiore a 1.30m e avere un età minima di 10 anni. Una bellissima esperienza che vi consigliamo di fare, noi abbiamo anche visto le foche che sguazzavano tra i pezzi di ghiaccio.
Eravamo rimasti incantati da alcune fotografie di Stokksnes e del massiccio Vestrahorn che si staglia imponente sulla spiaggia nera, per questo volevamo vederlo con i nostri occhi… Nonostante la nebbia e un pò di titubanza paghiamo l’ingresso di 6 euro a testa e…. con il senno di poi non l’avremmo fatto. Considerato che in Islanda le attrazioni naturali non si pagano e di spiagge nere c’è ne sono tante altre, pensateci due volte sopratutto se c’è cattivo tempo. Nell’ingresso è inclusa anche la visita al villaggio Vikingo. Con il sole sicuramente è più bello. Se avete poco tempo e il meteo è brutto è una tappa che potete saltare.
Proseguiamo verso Seyoisfjorour, un paesino super carino dove troverete la famosa chiesetta celeste con la strada arcobaleno. Foto di rito e partiamo alla volta del meraviglioso canyon Studlagil.
Ci sono due modi per visitare il canyon.
1) Arrivare alla fattoria Grund e vederlo dall’alto ma da qui non avrete modo di scendere sotto al canyon. Noi abbiamo fatto questo errore e abbiamo solo perso tempo. Sconsigliato.
2) Arrivare alla fattoria Klaustursel, lasciare l’auto e camminare per circa 1 ora. Da qui potrete fare foto meravigliose dall’alto, dal basso, da destra, da sinistra…
Giorno 10 e 11: Dettifoss, Grjotagja Cave, Hverir, Godafoss, Akureyri, Budìr
Nella parte nord-est dell’Islanda abbiamo visto Dettifoss, potente a dir poco! Tra quelle viste, questa è la cascata che mi ha impressionato di più: 45 metri di altezza e 100 metri di larghezza! Con un corso di 400 metri cubi d’acqua al secondo, vanta il titolo di cascata con la maggior portata d’acqua in Europa. Da non perdere!
Grjotagja Cave, una piccola grotta lavica, al suo interno troverete una pozza di acqua termale blù ( temperatura 50 gradi ) resa famosa grazie al Trono di Spade. Hverir, luogo geotermico con pozze di fango e fumarole attive, sembra davvero di essere su Marte. Molto particolare, merita una visita.
Nella stessa giornata vediamo anche Godafoss: La leggenda narra che nel 1000 d.C., l’oratore della legge Lagosumatur, dopo essersi convertito al cristianesimo, salì sul culmine della cascata e lasciò cadere tra i flutti gli idoli pagani, per questo è chiamata la Cascata degli Dei.
Durante il tragitto per raggiungere l’ovest dell’Islanda passiamo da Akureyri, conosciuta sopratutto per i suoi semafori a forma di cuore, diventati una vera e propria attrazione per i turisti.
Curiosità: Nel 2008, la città di Akureyri, fu colpita da una profonda crisi economica: per mostrare vicinanza ai residenti e invitarli a sperare nel futuro, l’amministrazione del paese decise di cambiare forma ai semafori rossi che diventarono a forma di cuore, tutto questo per ricordare l’importanza di non perdere la speranza, perché “anche i periodi peggiori sono destinati a passare”.
Dopo molte ore di macchina arriviamo a Budìr, unica tappa che riusciamo a fare nella penisola dello Snæfellsnes, volevamo assolutamente vedere la Chiesetta Nera, che non ha deluso le nostre aspettative. Molto scenografica e suggestiva.
La chiesa è costruita nel tradizionale stile architettonico islandese, ma la sua unicità è data dal colore scuro. Questa scelta cromatica è abbastanza insolita considerando il fatto che il nero nella chiesa cristiana ha tradizionalmente rappresentato il concetto di male, malvagità o addirittura del diavolo. Ma d’altronde l’Islanda è una terra particolarmente magica e ricca di misteri e leggende.
Per mancanza di tempo non siamo riusciti a visitare la penisola dello Snæfellsnes, considerata l’Islanda in miniatura, grazie alla sua grande quantità di panorami tipicamente islandesi. Se avete pochi giorni a disposizione potete concentrarvi proprio su questa zona in quanto è il modo perfetto per avere un assaggio di tutto ciò che questo splendido paese nordico ha da offrire.
Ed è quello che faremo noi la prossima volta che torneremo in Islanda. Oltre ad una visita alle isole Vestmann, che non siamo riusciti a raggiungere a causa dell’allerta meteo che ha colpito l’isola nei giorni in cui avevamo programmato di andare.
Giorno 12: Fagradalsfjall e Blue Lagoon
Finalmente è arrivato il momento di vedere la spettacolare eruzione del vulcano islandese sul monte Fagradalsfjall. Abbiamo scelto di fare questo trekking l’ultimo giorno in quanto l’attività del vulcano durante i primi giorni era minima e siamo stati molto fortunati. Ci sono 3 percorsi segnalati quando si arriva al parcheggio. Noi abbiamo fatto il percorso C impiegando un totale di 3 ore tra andata e ritorno. Inutile darvi indicazioni precise riguardo a questo posto perchè la situazione è in continuo mutamento. Tuttavia è stata un’esperienza particolare che vi consiglio di fare, augurandovi di trovalo in attività.
Pomeriggio di relax nelle terme più famose dell’Islanda. Abbiamo prenotato il biglietto direttamente dal sito Blue Lagoon circa un mese prima, selezionando l’orario di ingresso. Abbiamo scelto il pacchetto comfort ( prezzo: 45 euro ) che comprende una maschera viso e una bevanda a scelta.
Se avete più tempo a disposizione provate anche la Sky Lagoon e la Green Lagoon, mi hanno detto essere molto belle.
Tutti i consigli relativi a escursioni, noleggio auto, alloggi, cibo, carburante, previsioni aurora boreale… li trovate su questo articolo: Cosa sapere prima di andare in Islanda: Info e Costi
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